LUCCA – La Filt Cgil Lucca esprime sconcerto e indignazione di fronte alla richiesta della Procura di Lucca di archiviare le indagini sulla tragica esplosione di gas avvenuta nella frazione di Torre, che due anni e mezzo fa costò la vita a tre persone innocenti. Tra le vittime, una giovane madre che riuscì a dare alla luce il proprio bambino prima di morire, Lyudmyla Perets e Luca Franceschi, quest’ultimo ex membro del comitato direttivo della Filt-Cgil di Lucca e attivo nel mondo sindacale dei trasporti.
Pur senza voler interferire con l’operato della magistratura, il sindacato sottolinea come gli errori tecnici nell’installazione della tubatura del gas metano nel 1993, le carenze nella manutenzione e le problematiche legate agli allacci successivi siano stati accertati. La corrosione delle tubature, causata dall’acqua, avrebbe provocato la fuoriuscita di gas e, infine, la devastante esplosione che ha distrutto due abitazioni e tolto la vita a tre persone. Tuttavia, per il Pubblico Ministero, le prove raccolte non sarebbero sufficienti per sostenere un processo penale. Tre vittime e nessun colpevole? Qualcosa non torna.
La vicenda, per la Filt Cgil, rievoca altre tragedie italiane in cui ingiustizia e impunità hanno prevalso, un esito che il sindacato ritiene inaccettabile. Ora, le figlie di Lyudmyla e Luca hanno formalmente presentato opposizione all’archiviazione, chiedendo nuove indagini per fare chiarezza e ottenere giustizia. La Filt Cgil Lucca sostiene con forza questa richiesta, auspicando che il magistrato competente accolga l’istanza e riporti il caso in sede processuale.
Nel frattempo, il sindacato ribadisce la propria vicinanza ai familiari delle vittime e afferma con determinazione che questa tragedia non deve essere dimenticata. Il silenzio non deve calare su quanto accaduto: Lyudmyla e Luca meritano giustizia.